La Maraviglia é…
La meraviglia é quella di un uccello
che ogni mattina torna a battere le ali
uscendo dalle mani del buio
Fabrizio Caramagna
La Maraviglia é…
La meraviglia é quella di un uccello
che ogni mattina torna a battere le ali
uscendo dalle mani del buio
Fabrizio Caramagna
Conversazione al caffé-Giovanni Boldini.
Parte 1 continua…
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Ricordiamo alcuni tra i più famosi Artisti del Rinascimento Italiano.
Il grande Leonardo da Vinci ci ha lasciato oltre alle sue geniali e meravigliose opere conosciute, un patrimonio di opere, progetti, bozze e disegni davvero molto ricco e interessante, certamente chiusi in musei o in altri luoghi in cui vengono conservati, non facilmente consultabili. Esiste infatti una meravigliosa collezione che però è possibile consultare su internet: “la Royal Collection Trust of Buckingham Palace”, che gestisce le collezioni d’ Arte della Famiglia Reale, rendendo disponibili online decine di suoi disegni: “sullo studio dell’ anatomia del corpo umano” con tanto di appunti e descrizioni. (fonte di redazione web.)
Nacque il 15 aprile del 1452 ad Archiano di Vinci. Leonardo è cresciuto a Firenze artisticamente allievo del Verrocchio, in un ambiente dove si insegnava a concepire la figura umana, scolpita o dipinta, non immobile ma inserita nello spazio.
Non si è limitato ad operare nel campo artistico ma ha spaziato in quasi tutti i campi dello scibile umano. Ha trascorso gli ultimi periodi della sua vita in Francia, dove ha portato alcuni quadri dipinti in Italia tra cui: “la Gioconda”. E morto ad Amboise il 2 maggio 1519.
“Mona Lisa la Gioconda”.
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Henri de Toulouse-Lautrec nasceva ad Albi il 24 novembre 1864 e morì a soli 37 anni il 9 settembre del 1901. Fu un innovatore artistico unico, dalla personalità originale, precursore dei tempi per quell’epoca. Allontanandosi dalla delicatezza di Monet, dalle tinte pastello e dal delicato tocco dell’en plein air, la pittura di Toulouse-Lautrec si avvicinò a quella di Degas. Esponente del post-impressionismo, seppur difficile da classificare per gli artisti del suo livello.
Anticipò la corrente dei Fauves utilizzando tavolozze di colore molto semplici, dominate dai colori primari, utilizzando righe nere e forti per i contorni. Una certa maturazione stilistica fu imposta dalla sua tecnica pittorica, che lo rese famoso: i manifesti pubblicitari, litografie, che certo non erano stampati come quelli di oggi, ma le prime stampe chimiche realizzate sulla pietra.
I colori primari, per Lautrec, diventano più caratterizzati che realistici, impossibile visto il metodo, rende i manifesti comunicanti attraverso le loro tinte oltre che la loro immagine. Come per il leitmotiv, per l’opera, tinte e macchie di colore diventano un metodo per esprimere emozioni e storie. Fu capace quindi di rappresentare la realtà, ben capibile anche con pochi tocchi di colore e figure, alle volte caricaturali.
Henri de Toulouse-Lautrec non iniziò la sua carriera artistica come pubblicitario, ma i suoi manifesti divennero ricercati solamente nella seconda metà della sua breve e intensa vita. Formatosi all’Accademia di Belle Arti, cominciò infatti anche lui con oli su tela e in un primo momento firmandosi con uno pseudonimo; in quanto il padre non voleva che i suoi quadri “rovinassero” il loro cognome data l’origine aristocratica della famiglia. Quando si spostò a Parigi con la madre, intorno al 1870, venne influenzato in qualche modo dagli impressionisti che in quel momento erano sulla cresta dell’onda. Si avvicinò poi alle opere di Degas e Van Gogh, del quale fece un ritratto, che vantavano un uso del colore particolare e molto più incisivo.
Espose le sue opere (tra cui Bal du Moulin de la Galette), unendosi al gruppo Les XX, a Bruxelles, con i quadri che solitamente troviamo sui libri di storia. Il suo vero successo fu a Montmartre. Cominciò a produrre le sue litografie per pubblicizzare gli spettacoli del Moulin Rouge assieme alle scenografie degli spettacoli. Ma a lui interessava l’aspetto umano dei personaggi, dei quali attraverso le sue opere, traspariva l’emotività, insieme alla realtà dei loro sentimenti. Soprattutto delle magnifiche ballerine, mettendo in risalto la loro femminilità, senza pregiudizio e senza mai giudicarle, senza mai ritrarle come donne di poco conto. Per lui valeva di più la gente, “la persona”, il realismo piuttosto che un bel paesaggio di una veduta, oppure come tanti suoi illustri colleghi che invece ritraevano i mulini della zona.
Dipinse già da quando iniziò a frequentare l’Accademia, dipinse sempre la gente e il loro mestiere. La sua tanto discussa vita privata, cosiddetta sregolata, era anche dettata dalla sua assoluta ricerca del vero e dell’elemento reale. Lui che arrivava dall’aristocrazia, conte, non aveva vergogna e remore dal ritrarre anche le donne dai lavori più umili. Un uomo che sicuramente arrivava anche da una grande sofferenza dovuta ad una sua malattia genetica ed in seguito ad un incidente subito ad entrambe le gambe, purtroppo, che rimasero cortissime. Dotato di grande generosità, di nobiltà d’animo e insieme ai suoi talenti fecero di quest’uomo un vero artista.
“Sempre e dovunque anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti, è eccitante scoprirli là dove nessuno prima li ha notati.”
Henri de Toulouse-Lautrec
Fonte: ArtSpecialDay
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