“Chef” è un nome francese che, anticamente, indicava le parrucche indossate dai nobili francesi e spagnoli. In seguito fu dato questo nome ad una particolare forma di cappello cilindrica a simboleggiare una carica o una professione. Questo cappello di colore bianco, la “toque-blanche”, venne poi assegnato definitivamente alla professione dei cuochi, indossato nello specifico dal capo cuoco a simboleggiare la sua eccellenza nell’arte culinaria.
E’ un cappello alto, a pieghe e gonfio all’estremità. Alfred Suzanne fu il primo cuoco ad usarlo e a soprannominarlo “couvre-chef“, per indicare che l’indossatore era il direttore della cucina, ovvero lo chef.
L’uso del cappello in cucina ha origini molto lontane. Pare infatti che raffigurazioni europee del XIV secolo riportassero cuochi con il capo coperto da berretti, simili alla toque, con l’aggiunta di una piuma per distinguere i direttori di sala da chi operava in cucina.
A seconda di come venivano portate le pieghe e la forma del rigonfiamento del cappello, si poteva indicare il carattere dello chef.
La forma di questo prestigioso cappello permetteva una maggiore areazione e traspirazione del sudore e quindi ridurre l’assorbimento degli odori. Col tempo, per motivi funzionali, il tessuto con cui veniva confezionato il cappello da chef cambiò dal tradizionale e classico cotone ad tessuti sempre in cotone, ma più leggero, inamidato, proprio per limitare al massimo sudorazione e cattivi odori.
Il colore bianco venne scelto per contraddistinguere le necessità igieniche-sanitarie.