Categoria: Arte

Omaggio a Juana Romani, pittrice italiana

Originaria di Velletri (Roma) ed emigrata a Parigi da bambina, Juana Romani è stata omaggiata nella sua città natale con una mostra allestita presso il Convento del Carmine, diventato i mesi scorsi una sede distaccata dell’Accademia di Belle Arti di Roma. La mostra è stata aperta fino al 28 gennaio 2018. Venne sempre nominata con l’appellativo “La Petite Italienne” Da modella e pittrice, figura quasi pionieristica sul fronte della parità di genere. Questa mostra ha celebrato la sua vicenda umana e artistica a 150 anni dalla sua nascita.

Avvicinatasi al mondo dell’arte svolgendo il mestiere di modella nella Accademia privata Colarossi e Julian e in diversi atelier, Juana Romani dimostrò un precocissimo talento a livello pittorico successivamente confermato dalla vittoria della medaglia d’argento all’Esposizione Universale del 1889, ad appena 22 anni, con Bartolomeo Bezzi e Luigi Nono.

Il percorso espositivo ha ricostruito per intero il profilo dell’artista, riunendo opere chiave della sua produzione. Concessa da una raccolta francese l’enigmatica opera “Figlia di Teodora” e materiale iconografico e documentario inedito comprensivo anche di disegni, incisioni e periodici d’epoca.

Nel contesto francese dei Salons, Juana Romani godette di ampia fortuna anche grazie agli autoritratti “di femminismo esagerato”, secondo la definizione coniata da Armand Silvestre, nei quali impiegò le proprie sembianze per rileggere personaggi femminili esistenti o legati alla tradizione letteraria.

La mostra ha costituito un’occasione per cogliere aspetti salienti della personalità di Juana Romani, con idee in grado di avvicinare l’artista a questioni al centro del dibattito ancora oggi. Infatti si rifiutò di aderire ad associazioni di “femmes peintres”, fu tra le prime a rivendicare la parità di genere con opere quali “Mina da Fiesole”, ritratto in cui compare come una donna nei panni del celebre scultore rinascimentale, ammiratissimo da lei, Mino da Fiesole, riuscendo così ad anticipare le moderne posizioni sull’abbattimento delle distinzioni di trattamento sociale su base sessuale.

Fonte: arte.sky.it

Omaggio a Juana Romani

Henri de Toulouse-Lautrec, la ricerca del vero

Henri de Toulouse-Lautrec nasceva ad Albi il 24 novembre 1864 e morì a soli 37 anni il 9 settembre del 1901. Fu un innovatore artistico unico, dalla personalità originale, precursore dei tempi per quell’epoca. Allontanandosi dalla delicatezza di Monet, dalle tinte pastello e dal delicato tocco dell’en plein air, la pittura di Toulouse-Lautrec si avvicinò a quella di Degas. Esponente del post-impressionismo, seppur difficile da classificare per gli artisti del suo livello.

Ball dans Moulin Rouge

Anticipò la corrente dei Fauves utilizzando tavolozze di colore molto semplici, dominate dai colori primari, utilizzando righe nere e forti per i contorni. Una certa maturazione stilistica fu imposta dalla sua tecnica pittorica, che lo rese famoso: i manifesti pubblicitari, litografie, che certo non erano stampati come quelli di oggi, ma le prime stampe chimiche realizzate sulla pietra.

I colori primari, per Lautrec, diventano più caratterizzati che realistici, impossibile visto il metodo, rende i manifesti comunicanti attraverso le loro tinte oltre che la loro immagine. Come per il leitmotiv, per l’opera, tinte e macchie di colore diventano un metodo per esprimere emozioni e storie. Fu capace quindi di rappresentare la realtà, ben capibile anche con pochi tocchi di colore e figure, alle volte caricaturali.

Henri de Toulouse-Lautrec non iniziò la sua carriera artistica come pubblicitario, ma i suoi manifesti divennero ricercati solamente nella seconda metà della sua breve e intensa vita. Formatosi all’Accademia di Belle Arti, cominciò infatti anche lui con oli su tela e in un primo momento firmandosi con uno pseudonimo; in quanto il padre non voleva che i suoi quadri “rovinassero” il loro cognome data l’origine aristocratica della famiglia. Quando si spostò a Parigi con la madre, intorno al 1870, venne influenzato in qualche modo dagli impressionisti che in quel momento erano sulla cresta dell’onda. Si avvicinò poi alle opere di Degas e Van Gogh, del quale fece un ritratto, che vantavano un uso del colore particolare e molto più incisivo.

Bal du Moulin de la Galette

Espose le sue opere (tra cui Bal du Moulin de la Galette), unendosi al gruppo Les XX, a Bruxelles, con i quadri che solitamente troviamo sui libri di storia. Il suo vero successo fu a Montmartre. Cominciò a produrre le sue litografie per pubblicizzare gli spettacoli del Moulin Rouge assieme alle scenografie degli spettacoli. Ma a lui interessava l’aspetto umano dei personaggi, dei quali attraverso le sue opere, traspariva l’emotività, insieme alla realtà dei loro sentimenti. Soprattutto delle magnifiche ballerine, mettendo in risalto la loro femminilità, senza pregiudizio e senza mai giudicarle, senza mai ritrarle come donne di poco conto. Per lui valeva di più la gente, “la persona”, il realismo piuttosto che un bel paesaggio di una veduta, oppure come tanti suoi illustri colleghi che invece ritraevano i mulini della zona.

La Toilette

Dipinse già da quando iniziò a frequentare l’Accademia, dipinse sempre la gente e il loro mestiere. La sua tanto discussa vita privata, cosiddetta sregolata, era anche dettata dalla sua assoluta ricerca del vero e dell’elemento reale. Lui che arrivava dall’aristocrazia, conte, non aveva vergogna e remore dal ritrarre anche le donne dai lavori più umili. Un uomo che sicuramente arrivava anche da una grande sofferenza dovuta ad una sua malattia genetica ed in seguito ad un incidente subito ad entrambe le gambe, purtroppo, che rimasero cortissime. Dotato di grande generosità, di nobiltà d’animo e insieme ai suoi talenti fecero di quest’uomo un vero artista.

“Sempre e dovunque anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti, è eccitante scoprirli là dove nessuno prima li ha notati.”

Henri de Toulouse-Lautrec

Fonte: ArtSpecialDay

L’arte pasticcera e i cappelli

Da video Curiosità: Cappelli e Torte

Torte a base di pan di spagna, decorazione e forma con pasta di zucchero. Cliccate sull’immagine della torta per scoprire la ricetta!

Omaggio a Henri de Toulouse-Lautrec

La Donna più Bella del Mondo

Rodolfo Valentino: Mito e Seduzione

5 cappelli famosi delle rockstar

1. Dolores O’riordan


2. Zucchero


3. Patti Smith

4. Gianna Nannini

5. Vasco Rossi

 

5 famosi cappelli del cinema

1. Federico Fellini
Cappello conservato presso il Museo del Cinema di Torino.

2. Charlie Chaplin
Bombetta, bastoncino e scarpe di Charlot, esposte dalla Fondation de Musèe Chaplin, presso Chaplin’s World, Corsier-sur-Vevey, Vaud, Svizzera.

3. Audrey Hepburn
Uno dei tanti cappelli indossati dall’indimenticabile Audrey Hepburn.

4. Harry Potter
Il cappello parlante del film Harry Potter.

 

5. Anna Magnani
La nostra divina Anna Magnani.

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