TRASFORMARE IL DOLORE IN SAGGEZZA

In quanto parte di un ciclo naturale, le esperienze del ”dolore” e della ”saggezza” sembrano condividere radici profonde. Se da un lato il dolore proviene dal modo in cui interpretiamo un’esperienza, da altro lato cambiare ciò che proviamo rispetto quanto accaduto sposta la nostra focalizzazione all’interno del ciclo. Quando un’esperienza ci fa così male da farci preferire di negarla, metterla da parte o evitare in qualche modo di fronteggiarla, anziché affrontarla a viso aperto, è facile ritrovarsi bloccati nei sentimenti. Tuttavia, ciascuno di noi ha il potere di trasmutare il dolore, a prescindere dalla sua origine, nella sua forma guarita, la saggezza. Sebbene l’esperienza che ci ha causato dolore resti invariata, il nostro atteggiamento verso la sofferenza che proviamo diviene il luogo dove rintracciamo il nostro potere. A prima vista, questa visione delle cose sembra richiedere solo di comportarci ”come se”, fingendo cioè di provare un nuovo sentimento verso gli eventi che ci accadono. Tuttavia, analizzando le cose più da vicino, scopriamo che gli antichi non solo conoscevano, ma applicavano anche un antico e sottile principio che la scienza occidentale ha riconosciuto solo di recente. Esso stabilisce che il mondo che ci circonda è uno specchio vivente – una trama quantica capace di riflettere le emozioni che vivono in noi. In particolare, gli schemi di salute che si manifestano nel nostro organismo, il sostegno delle nostre famiglie e comunità e la pace nel mondo tendono a rispecchiare le nostre condizioni più radicate. Questo rapporto tra condizioni ed esperienze umane oggi trova una solida conferma nelle nuove teorie della fisica del XXI secolo. Sembra che questo principio valga sia per le credenze che consideriamo ”negative”, sia per quelle ”positive”. Oggi è stato provato che le emozioni che affermano la vita come la gratitudine, la compassione e l’amore, promuovo nell’organismo l’abbassamento della pressione sanguigna, il rilascio di ormoni ”favorevoli” e il rafforzamento delle risposte immunitarie. Analogamente, è stato dimostrato che le emozioni che negano la vita come rabbia, odio, gelosia e collera, facilitano l’insorgenza di condizioni fisiche che costituiscono una minaccia per la vita, quali un battito cardiaco irregolare, l’inibizione delle risposte immunitarie e l’aumento dei livelli degli ormoni dello stress. Pertanto, forse non ci sorprende scoprire che nella finezza di questo principio si nasconda anche la chiave di quella che molti considerano la forza più potente della creazione! Durante la sua ricerca della verità esistenziale, Gurdjieff si ritrovò in un remoto e isolato monastero in un paese il cui nome è rimasto sconosciuto, dove fu invitato a restare finché il grande potere che era in lui non si fosse risvegliato. ”Resta”, gli disse il maestro, ”finché non conquisti in te stesso una forza che nulla può distruggere”. Credo che si trattasse della forza dell’amore, della saggezza e della compassione, che scaturisce dalla guarigione di ferite provocate dal dolore. La chiave che dà un nuovo significato alle cose che ci feriscono è la stessa che ci permette di abbandonare il giudizio. Si tratta dell’antico potere della benedizione.

Da ”La Scienza perduta della Preghiera. Il potere nascosto della Bellezza, della Benedizione, della Saggezza e del Dolore”
di Gregg Braden (autore di ”L’Effetto Isaia” e ”Il Codice della Vita”

Voce e video: Irma Borno alias ”Il Cappello di Irma

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