I primi vinili furono introdotti negli Stati Uniti nel 1948 dalla Columbia Records e furono ampiamente innovativi rispetto al precedente 78 giri, simile ma realizzato in gommalacca. I vinili, nome che deriva dal materiale del disco stesso (vinile), il quale non è altro che PVC,  presentano un solco di spessore e profondità minori rispetto ai precedenti e ruotano a velocità più bassa, consentendo una maggiore durata di registrazione e riuscendo a raggiungere e a volte a superare nei 33 giri i 30 minuti a facciata. La scelta di sostituire la gommalacca nasce dal fatto che, in seguito al secondo conflitto mondiale, le forniture di gommalacca diminuirono gravemente.

Il primo LP (long playing) fu il ”Concerto per violino in mi minore” di Mendelssohn. Il nuovo formato prese immediatamente il sopravvento e nel giro di poco tempo tutti gli artisti adottarono questa soluzione. Ciò comportò inoltre un bel risparmio economico sia per chi comprava, sia per chi produceva, in quanto i nuovi vinili permettevano di registrare non più due ma ben dieci tracce!

La rivoluzione delle copertine illustrate avvenne ancor prima dell’avvento dei vinili. Siamo infatti nel 1939 e fu la stessa Columbia Records a lanciare il packaging personalizzato. Esso infatti diventerà fondamentale per la riuscita della vendita.

Prima i dischi venivano venduti in anonime buste monocromatiche, ma l’avvento delle copertine fece salire la vendita alle stelle! Sicuramente ciò è dovuto alla grande carica emotiva e coinvolgente. Inoltre le cover divennero un ”marchio di fabbrica” in grado di enfatizzare l’identità di ogni artista o genere musicale. Possiamo ritenerla una forma d’arte a tutti gli effetti e Nicola Iuppariello a questo proposito afferma che ”la copertina è stata forma di espressione di artisti e quindi essa stessa è un’espressione dell’arte” (da ”il vinile al tempo dell’iPod”).

Articolo a cura di Maria Chiara Pernici STAFF Il Cappello di Irma

Video: Irma Borno alias ”Il Cappello di Irma”

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