SONIA DELAUNAY. “Il colore è la pelle del mondo”

Donna dal timbro caleidoscopico, Sonia Delaunay contribuì alla rivoluzione artistica del primo Novecento, integrando l’artigianato alle arti considerate “maggiori”, e favorendone una proficua, reciproca contaminazione. Grazie al suo contributo, l’arte del XX secolo scavalca i confini della vita quotidiana mettendosi in relazione con essa: entra nelle case, si fa abito, accessorio. Ridisegna la società e in modo particolare la concezione di donna moderna.  

Mentre la modernità si instaura frenetica e una sempre più forte incertezza si diffonde, Sonia e il marito Robert Delaunay fondano a Parigi l’Orfismo, un movimento artistico rivoluzionario, così chiamato dal poeta Guillame Apollinaire per enfatizzare il carattere musicale e trascendentale delle opere dipinte.

Ispirati dagli studi sulla rifrazione della luce, in un clima in cui arte e scienza si trovano spesso inseparabili compagne, i coniugi Dalunay riattualizzano i principi pittorici del post-impressionismo (1), applicando la legge dei contrasti simultanei (2) alle forme geometriche e ricercando assiduamente, attraverso l’espressione lirica del colore, la fluidità e il dinamismo dell’astrazione.

Ossessionata dal colore e ancor più dal suo movimento, la Delaunay applica ai principi dell’astrazione pittorica le regole delle composizioni al telaio e viceversa, perseguendo l’idea di un’unità delle informazioni cromatiche, in termini sia ottici che materiali.

Sonia Delaunay, Mercato a Minho, 1915, olio e cera su tela, 127.5 x 92.5 cm

“Mercato a Minho” (1915) è un dipinto realizzato dall’artista durante il suo soggiorno spagnolo. Lo spazio luminoso, caldo e colorato avvolge lo spettatore, che si trova avvolto nell’atmosfera vitale del mercato domenicale. La forma più chiaramente definita è il toro, sulla destra; nel centro e sulla sinistra è possibile scorgere, pur non essendo irrevocabili, diverse figure umane. Vestiti colorati, voci rumorose, odori deliziosi emergono dal tripudio cromatico della composizione. I colori infatti sono accostati simultaneamente: rosso e blu, arancione e verde, giallo e viola si esaltano reciprocamente, tanto da percepirne le vibrazioni sonore. La manipolazione cubista della forma incontra così la musicalità del colore, che vibrante diffonde il “rumore” in un’audace polifonia che pare di udire con lo sguardo.

(1) Il post-impressionismo è una fase storico-artistica molto articolata che comprende gli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. Comprende una vasta gamma di stili artistici distinti che condividono la motivazione comune di superare i concetti dell’Impressionismo. Le variazioni stilistiche riunite sotto l’ombrello del postimpressionismo vanno dallo scientifico neoimpressionismo di Georges Seurat al rigoglioso simbolismo di Paul Gauguin.

(2) Il contrasto simultaneo è il fenomeno ottico che si verifica tra colori vicini che si influenzano a vicenda, cambiando la nostra percezione di quei colori (più o meno saturi, più o meno luminosi). Può essere notato sia con colori che con luminosità differenti.

Articolo a cura di Maria Chiara Pernici

La rubrica SGUARDI SULL’ARTE nasce come spazio di contemplazione, come ripristino del silenzio e del tempo propri dell’Arte. Incontrare un’opera implica una pausa, una frattura: apre una finestra, un varco – un vortice relazionale intimo e condiviso.

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